L’Ipertensione Arteriosa

L’Ipertensione Arteriosa

DR. FRANCESCA DE MICHELE

 

Salviamo i nostri vasi: breve viaggio alla scoperta dell’ipertensione arteriosa.

Nell’immaginario collettivo il termine ipertensione ci rimanda sempre alle parole “ansia” e “nervosismo”, in termini medici però ci riferiamo ad una pressione delle arterie costantemente elevata e diagnosticata precisamente con i nostri device di riferimento. Spesso l’ipertensione arteriosa resta misconosciuta fino a quando, dopo anni di malattia non trattata, insorge un danno d’organo.
Ad oggi si stima che il 50% degli uomini adulti e il 40% delle donne adulte siano ipertesi, e di questi la fascia degli anziani e degli obesi ne risulta maggiormente colpita.
La malattia in sé viene classificata in: essenziale, di pertinenza del distretto vascolare, e secondaria, quando questa è dovuta ad altre cause come quelle ormonali, o quelle dovute ad un errato funzionamento dei principali organi “controllori” della pressione del distretto vascolare. Vanno poi menzionate di certo nella classificazione le urgenze ipertensive che si verificano quando la pressione diastolica, la minima per intenderci, risulta maggiore di 120, o l’emergenza ipertensiva che si verifica quando la diastolica risulta maggiore di 120 con un danno d’organo ormai sintomatico.
La sintomatologia, tipica dei soggetti più fortunati, è molto varia, ed è possibile quindi avvertire cefalea, epistassi, ansia ed agitazione, o affaticamento. Prontamente quindi i soggetti che manifestano i sintomi possono essere presi in carico dal medico di fiducia, e con una terapia adatta evitare le complicanze più temibili, riferibili a un danno cardiaco in primis, o ai vasi cerebrali, o al rene, o agli occhi. Nella maggior parte dei casi invece la sintomatologia è molto sfuggente, ed i nostri pazienti non abituati ad effettuare visite o controlli preventivi, si ritrovano direttamente con un ospite indesiderato nel proprio corpo: il danno d’organo.
Tra questi pazienti, che sono i nostri genitori, i nostri nonni, il nostro vicino solo, vanno menzionate sicuramente le donne in menopausa, troppo spesso sottovalutate, ma che invece possono ritrovarsi in uno “strano vortice” appena insorta la menopausa, perché il gioco ormonale venuto meno le espone a patologie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa o l’ipercolesterolemia, le quali possono restare silenti per diversi anni.
Come faccio a capire se sono ipertesa dottoressa? Semplice: in primis prevenzione e quindi controlli seriati dai 50 anni in poi. All’insorgenza dei sintomi si possono annotare almeno 2 misurazioni al giorno della pressione arteriosa per una settimana in autonomia a casa, e dopo un minuto di relax. Se i valori superano in media i 130/80, ci si rivolge a un medico di fiducia che imposterà la terapia adatta e prescriverà esami atti alla valutazione del danno d’organo. In caso di ulteriori dubbi è possibile utilizzare un HOLTER pressorio delle 24 h che ci monitora precisamente la pressione arteriosa per tutta la giornata.
Il compito del medico quindi sarà impostare una esatta terapia, cercando di agire prima sullo stile di vita del paziente, correggendo un alimentazione troppo ricca di cibi ad alto contenuto salino ad esempio, o carichi di grassi, e promuovendo l’attività fisica che mira nello specifico a ridurre la glicemia, responsabile del danno d’organo vascolare, e a ridurre le resistenze periferiche dei vasi. Infine nostro fondamentale compito comunicare con il nostro paziente, istruirlo sui pericoli e sulle soluzioni al pericolo, per poi arrivare ad una impostazione e accettazione della fondamentale terapia farmacologica.